Più o meno alla lettera, trascrivo dal blog Orizzonti del gusto (La storia della Vassilopita, 9 dicembre 2005) una leggenda che vede protagonista il protettore di Toro, San Mercurio di Cesarea, insieme al suo insigne concittadino San Basilio Magno. Con l’occasione, mi scuso per i problemi tecnici che mi hanno impedito di annotare tempestivamente questo giusto e doveroso rimando alla fonte. Buon Anno.
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San Basilio Magno è il San Nicola (Santa Claus) degli ortodossi, con la differenza che non "arriva" a Natale ma il primo gennaio, giorno della sua festa. I bambini greci, quindi, è a Capodanno che ricevono i doni da Agios Vassilis.
La tradizione ha inizio attorno al 370 d.C. nella città di Cesarea, in Cappadocia, dove Vassilios il Grande era il despotas (vescovo) della carità e dell’aiuto ai fratelli bisognosi e dove centoventi anni prima era stato giustiziato il venerato concittadino San Mercurio.
Un giorno si presentò il capo di un’orda di predoni che imperversava nella zona, ordinando che all’indomani gli venissero consegnati tutti gli oggetti preziosi della città, altrimenti l’avrebbe saccheggiata e distrutta. Conoscendo la povertà dei suoi concittadini, San Basilio gli rispose che, oltre la fame e la povertà, non potevano offrirgli nient’altro. Ma mentre pregava Dio per la salvezza della città, i cristiani di Cesarea portarono in chiesa tutto ciò che possedevano.
Quando i predoni ritornarono a ritirare la cassa con i preziosi e il capo allungò la mano per aprirla avvenne il miracolo. I presenti videro una luce intensissima e subito dopo uno splendente cavaliere che con il suo esercito affrontò i banditi, mettendoli in fuga. Il cavaliere non era altro che San Mercurio con i suoi soldati, gli angeli.
La città fu salva. Per il vescovo Vassilios si pose allora il problema di restituire a ciascuno i beni che aveva dato. Illuminato da Dio, chiamò i suoi diaconi, con i loro assistenti, e ordinò loro di impastare del pane e porre via via dentro ogni pagnotta uno o più preziosi. Quando il pane fu distribuito, i cittadini di Cesarea rimasero perplessi, ma tagliando la propria pagnotta, ognuno vi trovò esattamente ciò che aveva offerto.
In memoria di questo secondo miracolo, a Capodanno si prepara la Vassilopita, cioè la torta di San Basilio. Nella Vassilopita, che dona alle persone salute, felicità e prosperità, si mette una moneta, chiamata flourì: chi la trova nella propria fetta vivrà un anno fortunato.
Ciao Paesanino!
Innanzitutto vorrei ringraziarti per avermi linkato. La storia di S.Mercurio è bellissima perchè S.Mercurio è a cavallo. E io come sai adoro i cavalli.
Auguri di buon anno a te e a tutti i tuoi amici.
**LeLLa**
Uno dei blog che seguo è quello da cui proviene questo post (http://orizzontidelgusto.blogspot.com/)…non perché mi interesso di cucina ma semplicemente perché mi piace molto il binomio cucina-storia…
Ho visto il tuo commento sul post e la tua “confessione” di pronta trascrizione ma, credo, che sarebbe stato doveroso da parte tua fare riferimento nel post alla fonte da cui hai attinto.
Altrimenti tutto sarebbe un semplicissimo copy and paste…
Felice 2006
Isola di Saffo
Hai perfettamente ragione, Isola di Saffo (#2). Ma la giornata festiva e successivi problemi tecnici della piattaforma Splinder mi hanno impedito di onorare al meglio l’impegno preso qualche giorno fa, quello di trascrivere la leggenda sul mio blog, naturalmente con gli opportuni rimandi alla fonte. In mattinata ho avuto solo la possibilità di abbozzare il post, senza poterci tornare sopra per la cura dei dettagli.
Va da sé che non mi sarei mai potuto permettere di invitare sul mio blog la titolare del blog “Orizzonti del gusto”, se avessi voluto coscientemente ignorare quanto opportunità e prassi suggeriscono in questi casi.
Scusandomi per il disguido, mi è caro augurare un Buonissimo Anno.
Paesanino
Auguri da Domenica Cappabianca
Bella la leggenda.
Buon Anno al Pesanino e a tutti si uoi amici.
Un torese
Tu pensa che io ignoravo proprio l’esistenza di un santo con il nome Mercurio. Sono rimasto al dio Mercurio con le ali nei calzari, Dio dei ladri, per giunta.
Buon Anno
Curiosa la leggenda greca riportata dal Paesanino, ma del tutto in linea con l’agiografia mercuriana e basiliana, che spesso si incrociano. E che narrano delle minacce scagliate dall’imperatopre Giuliano l’Apostata contro San Basilio, vescovo di Cesarea di Cappadocia, reo di aver offerto all’imperatore in transito con le truppe imperiali un dono plebeo: alcuni pani di orzo (un particolare che ritorna, questo dei pani). Irato per quello che aveva considerato una sorta di lesa maestà, l’imperatore giurò lo sterminio della città al ritorno della spedizione in corso contro i Persiani. Ma l’indugio gli costò caro. Giuliano fu ucciso nel corso di quella campagna militare e non per mano dei persiani. Una freccia (o forse una lancia) lo trafisse nel suo quartier generale. E nessuno seppe mai chi fu a scagliarla. A niente valse l’inchiesta promossa dalle alte gerarchie militari per individuare il misterioso colpevole. Ne approfittarono i cristiani per indicare in San Mercurio, martire a Cesarea oltre un secolo prima, il giustiziere di Giuliano l’Apostata. A sollecitare il miracoloso intervento del Santo Guerriero sarebbero state le incessanti preghiere del vescovo Basilio per scongiurare la salvezza della città e dei suoi abitanti.
Così l’agiografia tradizionale. Colpisce apprendere ora che la tradizione popolare greca abbia abbassato la figura dell’imperatore al rango di capo di un’orda di predoni. Colpisce apprendere che San Mercurio sia stato sollecitato a lasciare il trono celesto per fermare un predone e non già l’uomo più potente della terra, Giuliano l’Apostata, imperatore dei romani.
Giovanni
Statua di San Mercurio, Patrono di Toro
il figlio del fornaio